RICEVITORE PER ONDE MEDIE A TRANSISTORI

Ricevitore per Onde Medie a Transistori e Antenna Autocostruita con VU-Meter…

 

 
 
 



 

INTRO

n paio di mesi fa, rileggendo i vecchi numeri di Elettronica Pratica, ho trovato nel numero di luglio del 1993 l’interessante schema di un ricevitore a transistor ottenuto adattando un vecchio schema presente su una rivista russa.
L’ho realizzato e non sono rimasto deluso avendo ben presente i suoi limiti. I due più importanti riguardano la sensibilità alle interferenze causate da altri apparecchi elettrici e il fatto che le migliori prestazioni le avrei ottenute di notte grazie allo strato di ionosfera creatosi nell’atmosfera.
Chi lo volesse realizzare illudendosi di poter ascoltare “Radio Antartide” in pieno giorno rimarrà deluso. Per ottenere questo risultato può dare un’occhiata a questo articolo avendo l’accortezza di montare una bobina e un condensatore variabile di valore pari a quelli del ricevitore presentato qui.
Nonostante questo però il valore didattico del circuito è consistente.

 





 

LO SCHEMA

In entrata c’è il classico circuito accordato con bacchetta di ferrite e condensatore variabile. Il segnale a RF arriva alla base di TR1 per passare amplificato, per mezzo del condensatore C4, al transistor TR2 che lo amplifica ulteriormente. I diodi DG1 e DG2 lo demodulano e il condensatore C6 rimuove ogni traccia residua di radiofrequenza passando il solo segnale audio al potenziometro R6 che a sua volta lo invia, opportunamente dosato, al transistor TR3.
Lo stadio finale, al quale giunge il segnale prima di essere convertito in suono dall’altoparlante, è del tipo a due transistor in controfase con inversione automatica di fase per le due basi attraverso i partitori R11-R12 e R13-R14. R15 serve a proteggere e controreazionare lo stadio finale, assicurando una buona stabilità di funzionamento:

Nonostante nello schema ci sia scritto “vedi testo” riguardo al condensatore variabile e alle bobine, nell’articolo non c’è nessun riferimento ai loro valori. Ho risolto da solo usando ciò che avevo nel cassetto e i cui valori sono indicati nel riquadro rosso.

 

IL CONTENITORE

Ovviamente ogni circuito ha bisogno di un contenitore pena l’autodistruzione in breve tempo. Questo è il mio punto debole per via della scarsità di materiali e di strumenti per modellarli. Tuttavia dopo aver scoperto che il negozio cinese vicino casa ha delle spatole di legno ho capito subito che facevano al caso mio. L’assemblaggio è semplice: basta posizionarle una accanto all’altra quanto basta per coprire l’area necessaria e incollarne altre trasversali per tenerle insieme. La colla calda si presta ottimamente per il legno:

Una volta preparati e forati tutti i pannelli si possono tenere insieme in vari modi. Io ho ritagliato le sezioni angolari delle scatole dei cotton fiocc per ottenere delle “L” da incollare ai pannelli. Ho fatto lo stesso anche per tenere fermo il VU-meter. È un pessimo sistema perché non permette uno smontaggio successivo. Per ottimizzarlo sarebbe meglio forare le “L” e quindi i pannelli di legno per metterci dei bulloni.

Un montaggio di questo tipo presenta un grosso problema: non è possibile montare l’ultimo pannello. Dopo averci pensato un po’ ho avuto l’idea di creare delle guide in cui far scorrere il pannello posteriore. Per far ciò ho usato degli stuzzicadenti da spiedo incollati ai due pannelli laterali. Nella foto in alto si possono vedere.

 

L’ALIMENTATORE

Qui c’è poco da dire: è il classico schema con LM317. Per calcolare il valore del trimmer ho usato la formula:

1,25 sono i volt minimi che l’integrato è in grado di stabilizzare. R1 è la resistenza fissa da 220 ohm.
Quindi facendo il calcolo per 6 volt vengono fuori 836 ohm, che ho arrotondato usando un trimmer da 1000 ohm opportunamente regolato:

La parte interessante, che si trova su pochissimi schemi elettrici, sono i condensatori in parallelo ai diodi del ponte rettificatore. La loro funzione è quella di eliminare ogni disturbo proveniente dalla rete elettrica. È fondamentale usare un cavo elettrico con il filo di terra che andrà poi collegato alla massa del circuito. Senza questo collegamento si può sentire qualcosa solo abitando in una zona molto favorevole o a pochi chilometri da una stazione radio.
 

L’ANTENNA

La bacchetta di ferrite da sola non basta per captare le stazioni più deboli. Serve quindi un’antenna e la soluzione più rapida potrebbe essere quella di usare un filo lungo dai 3 ai 5 metri. Ma posizionarlo in un punto lontano da apparecchi elettrici è difficile e così, dopo aver provato l’antenna a quadro di un apparecchio stereo che ho e aver visto che funziona ugualmente bene, ho provato a replicarla. Anche qui ho usato le spatole di legno e le “L” di plastica per tenerle assieme. Ho poi avvolto 16 spire di filo ottenendo un’induttanza da 81 uH. Un valore forse esagerato. Come spinotto ho usato il primo che ho trovato in un cassetto: quello dell’antenna TV. La scelta sarà poco ortodossa ma a frequenze così basse va bene quasi tutto:

 

IL VU-METER

Qualche anno fa mi furono regalati un voltmetro da 500 volt e l’amperometro da 250 Ampere che avete visto nella foto e nel video. Entrambi sono funzionanti ma ho scoperto poi che all’amperometro manca la resistenza di shunt; in questo stato la lancetta arriva a fondoscala con soli 30 milliampere. Visto che non ho intenzione di maneggiare correnti simili non ho mai pensato di sistemarlo. Da qui l’idea di usarlo come VU-meter. Ovviamente ha una funzione puramente estetica perché non è in grado di visualizzare con precisione l’ampiezza del segnale audio.
Per poterlo usare in questo modo è necessario un circuito in grado di amplificare il segnale audio e rettificarlo per trasformarlo in una tensione continua. Il fet in ingresso serve a non caricare troppo l’uscita dell’amplificatore:

Il trimmer regola la sensibilità dello strumento per evitare di mandare subito a fondoscala la lancetta. L’induttanza sul positivo di alimentazione ho capito essere necessaria quando ho scoperto che senza i suoni uscivano dall’altoparlante attutiti e distorti.
 

LO STADIO BF

L’amplificatore audio non mi ha convinto molto anche se probabilmente la causa della scarsa resa acustica è dovuta alla poca amplificazione dei segnali radio.
Per dare un po’ di birra in più consiglio di eliminare tutto ciò che c’è dopo C9 e sostituirlo con un qualsiasi circuito integrato amplificatore, come ad esempio il TDA7056:

Il trimmer da 5.600 ohm è necessario perché l’integrato ha bisogno di un riferimento a massa in ingresso per funzionare. Va regolato una volta sola per non far amplificare il segnale audio al massimo distorcendolo. La regolazione vera e propria resta affidata al potenziometro R6.


 

Articolo realizzato da Alan_Ford, lo staf di NE555.IT ringrazia 🙂



 

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